Un commento

  • Claudio Carabelli

    In questi giorni è stato pubblicato sul Manifesto un interessante articolo (https://ilmanifesto.it/covid-19-non-torniamo-alla-normalita-la-normalita-e-il-problema/) che invita a non pensare al Coronavirus come ad un fenomeno isolato, senza contesto sociale, economico (e più specificamente ambientale) o culturale. L’autore tenta una difficile correlazione fra manifestazione delle pandemie e diffusione degli allevamenti intensivi. Il titolo dell’articolo ne riassume il senso: non torniamo alla normalità, perché la normalità è il problema.
    Circa 100 anni fa Erich Auerbach scriveva: “Il mondo, trascurato per molto tempo, aveva voltato le proprie spalle all’uomo così come l’uomo aveva voltato le proprie spalle al mondo; e quando l’uomo si rivolse nuovamente al mondo, gli occorse un grande sforzo per domarlo.
    L’intera struttura del mondo gli era divenuta estranea; l’uomo non vedeva più la massa infinita degli eventi, dove l’uno confluisce nell’altro a formare un insieme (la causalità) bensi fatti isolati…”

    Il vero nodo è come sia possibile sfamare in modo sostenibile oltre 7 miliardi di persone, individuando nuove modalità di produzione di beni alimentari sostenibili e rivedendo contestualmente le proprie abitudini alimentari.
    Chi sarebbe disposto a farlo? O è molto meglio far finta di nulla e girarsi dall’altra parte?

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