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Franco Bellingeri, il Preside

E’ mancato questa notte il prof. Franco Bellingeri, dirigente scolastico e punto di riferimento per la comunità sestese.

Insieme per Sesto nel porgere le condoglianze e nel testimoniare la propria vicinanza alla moglie Silvana e ai figli Silvia e Paolo, invita i cittadini che lo vorranno a ricordarlo con un commento all’articolo.

Il dirigente scolastico è il rappresentante legale e responsabile della gestione delle risorse finanziarie e strumentali di un Istituto scolastico. Il preside è colui che presiede al progetto educativo e didattico della comunità scolastica.

Nell’immaginario collettivo della mia generazione il prof. Franco Bellingeri non può che essere il Preside. Nato nel 1947, laureato in Filosofia all’Università Cattolica di Milano, specializzato presso la Scuola Superiore di Comunicazioni Sociali, diplomato in Critica e tecnica del film, una trentennale attività di recensioni a livello di saggistica per la rivista “Letture”, dopo una breve esperienza da insegnante, lo troviamo nel 1977, a soli trent’anni, Preside della Scuola Media Statale di San Maurizio d’Opaglio. Si trasferisce a Sesto nel 1985 presso la locale Scuola Media e qui esercita la sua professione fino al 2007, anno del suo pensionamento. Trent’anni di carriera scolastica in quel ruolo non è poca cosa. Dal 1956 era Preside a Sesto il prof. Mamante Rabozzi: Bellingeri, che lo sostituì, ricordava che nel territorio nazionale non esiste una scuola media locale che abbia garantito la dirigenza, in un arco temporale di oltre 50 anni (tra l’altro a cavallo degli anni della Riforma della Scuola Media Statale del 1962), con due soli presidi! Non mi sembra superfluo ricordare che ne beneficiò non solo l’Istituzione scolastica, ma tutta la comunità sestese. La conoscenza di Bellingeri e le sue competenze maturate negli anni sono state punto di riferimento anche a livello scolastico provinciale: più volte è stato nominato apprezzato referente per il disagio e la dispersione scolastica. Si ammalò nel 2002 e in modo sorprendente autodiagnosticò la propria malattia. Rimase altri cinque anni punto fermo di riferimento per colleghi, famiglie e, soprattutto, alunni. Qualche tempo dopo scrisse di non volere interessarsi più della Scuola per una sorta di pudore del pensionato. Ma agli ex colleghi, agli amici, dimostrava all’occasione che in realtà la “sua” Scuola gli era rimasta nel cuore.

Difficile nel suo caso, se non impossibile, separare il ruolo dall’uomo. E proprio riferendosi forse a quel pudore da pensionato si dedicò interamente all’Associazione Parkinsoniana di Arona che aveva nel frattempo costituita. Ha scritto diversi saggi dedicati alla malattia (Anamnesi è stato premiato nel 2016 all’Ambasciata di Francia a Roma nel Premio Zanibelli). E anche in quei giorni che poi si sono rivelati essere i suoi ultimi giorni, sentendolo al telefono per gli immancabili saluti, mi parlava del suo ultimo progetto: un libro sulla grammatica “perché gli errori grammaticali, l’uso scorretto del congiuntivo, l’impoverimento del linguaggio aprono le porte al venir meno del senso critico dei giovani”. Io credo però che vi sia anche un’altra ragione in questa sua volontà di essere autore fino alla fine, una ragione che forse si può leggere nel suo saggio Vedere non solo con gli occhi: “parlare delle proprie visioni e dei propri sogni è un modo di sfuggire ai limiti attuali del corpo, rivendicando il proprio desiderio di vedere”. Franco è stato uomo umile, sempre alla ricerca dell’ascolto e del dialogo, un intellettuale nel vero senso della parola, non solo dotato di una cultura vasta e profonda ma in grado di esercitare un’influenza nell’attività politica e sociale che espresse in vari modi: in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia e delle celebrazioni che vennero fatte a Sesto, diede il proprio contributo con una riflessione profonda nella quale rivendicava come il diritto allo studio e alla propria crescita culturale ed espressiva non fosse solo un diritto individuale, ma un diritto collettivo da realizzare insieme agli altri e “chiedeva” ai governi di guardare alla scuola come ad un investimento per il futuro e non solo ad una uscita del bilancio statale.

Ma se voglio ricordare l’amico Franco, non posso che identificarlo come un uomo alla ricerca di un senso.

E quando nell’uomo insorge questa domanda, allora inizia in lui una vita spirituale (Enzo Bianchi)

25 commenti

  • Claudio Carabelli

    Riceviamo e pubblichiamo dalla prof.ssa Emanuela Melone, dirigente dell’Istituto Comprensivo Ungaretti di Sesto Calende

    Venerdì 15 gennaio, nel cortile della Scuola Media Bassetti, si è svolto un momento di ricordo del preside Bellingeri.

    Non ho conosciuto il preside Bellingeri, ma, quando tre anni fa sono arrivata a Sesto, ho capito subito di aver avuto un predecessore illustre: un uomo di elevata statura intellettuale e morale.
    Quando mi parlavano del preside Bellingeri sentivo che stavano descrivendo un vero Maestro. Sentivo che quel Preside, quell’Uomo aveva lasciato un segno non solo nel ricordo ma nelle coscienze di tanti.
    “Uomo di immensa cultura”; “estremamente colto eppure molto umile”; “lavoratore instancabile”; “uomo capace di accogliere, di motivare, di spronare al miglioramento alunni e insegnanti”… Sono queste alcune delle espressioni che ho sentito usare per descrivermi chi fosse il preside Bellingeri.
    Credo che abbia lasciato un grande vuoto in tutti quelli che l’hanno amato e stimato, ma al contempo abbia lasciato una grande eredità, fatta di gesti e di parole.
    Rappresenta per me un modello che terrò sempre caro.

  • Olga Zarini

    Dopo lunghi anni di insegnamento alla Scuola Media Bassetti, ricordo con profonda stima il ” Preside” , la sua infinita cultura e soprattutto la sua grande umanità.
    Sincere condoglianze a Silvana,Paolo e Silvia

  • Maria Teresa Cupaiolo

    Credo di aver conosciuto il Preside Bellingeri negli ultimi anni settanta, forse ad incontri sul “biennio omnicomprensivo” (quando si discuteva di una riforma della scuola superiore malauguratamente mai andata in porto), o forse a qualche cineforum… Certamente ho potuto apprezzarne ancor più lo spessore culturale e umano quando, neo vincitorice del concorso per l’insegnamento, lo trovai tra i nostri formatori… e poi fu un incrociarsi e perdersi negli anni intensi di scuola, fino a che, anch’io superato il concorso per Dirigente Scolastico e dovendo effettuare il richiesto tirocinio, gli proposi di essere il mio tutor…. ruolo e impegno che accettó senza esitazione, pur ormai molto sofferente e prossimo alla pensione. Furono mesi intensi, nei quali la sua profonda umanità e incondizionata disponibilità mi posero spesso interrogativi, essendo io molto diversa anche caratterialmente, ma senz’altro mi diedero forza e pluralità di visioni.
    Il momento più critico giunse quando dovetti scegliere le sedi….. non ho avuto il “coraggio” di scegliere la Scuola Media di Sesto, come lui stesso sperava, preferendo un Istituto Comprensivo.
    Mi sono sempre perciò sentita in debito col Preside Bellingeri, ma credo abbia capito la mia non-scelta…. io senza dubbio ho compreso e apprezzato la sua grandezza e vedo anche dai ricordi qui raccolti la traccia indelebile che ha lasciato nella vita di coloro che lo hanno conosciuto e che hanno avuto il privilegio di lavorare con lui. Buon viaggio!

  • Claudio Carabelli

    Riceviamo e pubblichiamo dalla prof.ssa Lidia Cardi, dirigente dell’Istituto Comprensivo Itri.

    Sono un po’ un’intrusa in questo luogo di ricordi del Preside Bellingeri, luogo che raccoglie parole di chi l’ha conosciuto molto meglio e più di me. Ma quando i ricordi sono belli, seppure minimi, è un piacere condividerli. Ho conosciuto il Preside Bellingeri quando l’ho sostituito al suo primo anno di pensionamento e al mio primo anno di Dirigenza. Il riguardo, il rispetto, la stima che ho raccolto nei suoi confronti, insieme alla pacatezza, alla solidità, alla fondatezza che erano la cifra della scuola che aveva diretto per così tanti anni, mi fecero sentire forte e impaurita nello stesso tempo. Ma sicuramente la sua presenza/assenza mi regalava il riguardo e l’ossequio verso la scuola e le sue professioni, patrimonio culturale e umano da rispettare, amare, custodire. Una eredità per la Scuola di Sesto, un’eredità che conservo. Un caro saluto, Preside Bellingeri

  • Elisa Gnemmi

    Da ex alunna della scuola media Bassetti, ricordo il Professor Bellingeri con profonda stima e affetto. Una presenza costante, autorevole e discreta nelle aule, nei corridoi e nel cortile della scuola. Un punto di riferimento per la Scuola e la Comunità.
    Sincere condoglianze alla famiglia.

  • Fiorenzo Innocenti

    Ho avuto come supplente di Filosofia Franco Bellingeri per pochi mesi della mia terza liceo scientifico, quando lui era un giovanissimo prof ed io un ancor più giovanissimo studente. Fu grazie a lui che apprezzai la materia per me allora oscura e poco masticabile. Ricordo il suo entusiasmo nello spiegare e il nostro nell’assorbire. Filosofia sembrava davvero una materia affascinante, seppur non sempre facilmente digeribile. Purtroppo durò troppo poco quel connubio tra un prof che sapeva coinvolgere ed un uditorio che non chiedeva altro. Dopo tre mesi il supplente Bellingeri dovette lasciare il posto al prof di ruolo. Mi giunge oggi da parte di un amico la triste notizia della sua scomparsa insieme al piacere di avere acceso un ricordo su di lui, che da 50 anni era rimasto sepolto nella mia memoria. Questo mio ricordo, un lumino nelle tenebre del passato, è il mio omaggio umile alla sua persona che non ho più avuto il piacere di rincontrare

  • GIANCARLO

    Grazie Franco! Ti ringraziamo per aver contribuito, nella nostra associazione Parkinson, alla formazione di amicizie e interessi che ci fanno dimenticare i problemi di salute. Ci hai portato a vedere luoghi caratteristici, mostre, palazzi ,sagre e spettacoli ed anche a scoprire specialità culinarie.
    Non saremo più in gruppo sui pullman: chi prima, chi dopo verremo a trovarti e tu sarai sempre il capofila.
    Arrivederci !
    Giancarlo

  • COSIMO FERRARO

    Che dire! Piango con lacrime “vere” e “sentite” la scomparsa del “Preside Bellingeri” e di una Persona Grande!
    Nel mio piccolo, ho lavorato con Lui e per Lui dal 2000 al 2007. Dapprima ognuno nel suo ruolo e rispettosamente ligi al proprio piano di lavoro, ma quando ci siamo rispettivamente “conosciuti” meglio siamo stati la Mente e il braccio. Il demone che si era “impossessato” del suo corpo lo costrinse, su parere medico, di esercitarsi a scrivere manualmente in modo che le dita sfuggissero alle “frustate” del demone sopraccitato. Il sottoscritto trascriveva i Suoi “appunti” su PC rigorosamente in Presidenza, visto che la Tecnologia avanzava sempre di più. Grazie a quel riscrivere, rileggere e memorizzare, mi sono “acculturato” nel modo di esprimermi, di scrivere, di comprendere e di ragionare… divenendo un uomo migliore. Uomo, oltreché Preside, Intellettuale e umile! Il Suo ufficio era scarno: senza poltrone con lustrini e pochi arredi. Il Suo ufficio era impreziosito dalla Sua presenza. E mai una parola fuori posto o volgare. La Sua frase per derminare un pasticcio era: “Stiamo attenti a come si procede, altrimenti succede un quarantotto”. Le mie frasi, invece, in ambito scolastico sono sempre nel Suo ricordo: “Il Preside Bellingeri faceva così, Lui ci ha insegnato così, col Preside Bellingeri non succedeva…” Nel mio piccolo Le ho voluto bene, Preside Bellingeri! Sarà per sempre nei miei personalissimi pensieri. Un giorno ritroverò il Preside Bellingeri, ne stia certo,…lassù, SIC!

  • Maria Rabozzi

    Dopo il mio caro papà, per me il prof Bellingeri è stato il preside, il signor preside, anzi, come l’ho sempre chiamato, fino all’ultima volta che ci siamo visti qui a Sesto. E in queste occasioni, puntualmente, mi venivano le lacrime agli occhi. Durante i lunghi anni in cui abbiamo condiviso tanti momenti scolastici, non potrò mai dimenticare tutte le volte che in corridoio o sulle scale, lo fermavo…”Signor preside, mi scusi…”, quante volte mi sono rivolta così a lui, quando c’erano problemi, quando ero in crisi per qualche classe o qualche ragazzo difficile… lui era sempre a disposizione, senza porte chiuse e orari definiti…Penso che la scuola fosse la sua seconda casa, un po’ come lo era per il mio caro papà e anche per me. Un abbraccio, signor preside, le voglio bene!

  • Giancarla calafà

    Spesso mi torna alla mente la raccomandazione che lasciò a noi docenti nel suo saluto di pensionamento “forzato” e che mi ha spesso ispirata in diversi momenti, non solo come insegnante, ma come persona che vive e cresce nelle relazioni con l’altro: “Come non temete di essere troppo severi con i ragazzi, non dovete temere di essere troppo buoni con loro”. E’ il sunto della sua visione pedagogica. Una fortuna averlo incontrato.

  • roberto caielli

    due o tre cose di Franco e con Franco…

    1.
    Franco un giorno mi disse “Roberto, ho deciso di fare la domanda di pensione, lo faccio non per stanchezza, ma per poter essere ancora io a deciderlo, non il mio medico”.
    Era già qualche tempo che per partecipare ai consigli o alle riunioni ad Angera si faceva accompagnare in auto da Stella, la sua insostituibile e instancabile vicaria: le prime conseguenze della sua malattia avevano iniziato a limitare la sua libertà di movimento in auto.
    Erano gli anni che si seppe dai giornali che il Parkinson aveva colpito Papa Woytila e Franco ne aveva anche scritto in un editoriale del giornale comunale, sottolineando la novità di un Papa che non ha paura di mostrare le sue fragilità, ma tenendo pudicamente per sè ogni confronto col proprio caso. Ma noi sapevamo.
    Io lo accolsi quella notizia preoccupato che la scuola, noi prof, i ragazzi, non avessero più un preside come lui; non sapevo ancora (e forse non lo sapeva nemmeno Franco) quanto quel morbo sarebbe stato con lui oltremodo crudele. Eppure la sua risposta non fu la disperazione o la rassegnazione, ma l’impegno coraggioso ad accettare la malattia, l’aiuto a chi soffriva come lui e il continuare a vivere come aveva sempre fatto, sia pure in circostanze e modi diversi, con l’aiuto di qualche pillola – diceva “mi danno qualche ora di libertà dal mio carceriere 🙂 ” – e soprattutto della sua carissima Silvana, sempre al suo fianco.

    2.
    Quando si congedò dalla scuola e toccò fare i discorsi, ricordo che la misi scherzosamente sulla filosofia, ricordandogli che tra le sue “colpe” c’era quella di avermici fatto innamorare, lui supplente incaricato per quella materia al triennio del liceo di Arona. Così gli dissi che, andando in pensione, almeno lui poteva realizzare il sogno di quel filosofo di Treviri che risponde al nome di Carlo Marx, che ci ha stregati da ragazzi, e cioè il sogno di ‘liberare l’uomo dal lavoro’.
    Quel giorno Claudio e i colleghi di Sesto avevano avuto la felice idea di regalargli uno smart box per un soggiorno a Venezia, da utilizzare a settembre. Cosa c’era di meglio per un cinefilo che passare una settimana alla Mostra del Cinema, invece che a tenere riunioni di Collegio Docenti, dipartimento, coordinamento per materie e/o classi parallele ecc. ecc.?
    Il Franco cultore del cinema e animatore dei cineforum ce lo ricordiamo in tanti. Io me lo ricordo quando ci organizzò, per le terze di Angera, la visione, quasi in anteprima, di “Una scomoda verità” di Al Gore, il film che avrebbe fatto capire cos’è il riscaldamento globale. E questo era molti molti anni prima che arrivasse Greta a raccontarlo di nuovo.

    3.
    Il terzo ricordo di Franco è quando gli diedi la notizia di aver superato il concorso a dirigente, cosa che gli fece ovviamente piacere. Si limitò ad una raccomandazione, che ho citato molte volte, con amici e colleghi, e mi disse: “Roberto, se vuoi fare qualcosa di buono fregatene delle regole e pensa alla suola e agli studenti. Quello conta”. La cosa è stata che poi ho scelto come sede il neonato CPIA, una ‘scuola’ particolare, che è sia scuola sia rete territoriale e nella quale molte ‘regole’ erano ancora da costruire e ci si doveva inventare tutto, persino l’arredo del mio ufficio…
    Anche qui c’era un legame con Franco, perchè nella sua lunga carriera c’è stato anche il ruolo importante che aveva ricoperto, nella gestione dei CTP (Centri Territoriali Permanenti) per l’educazione degli adulti. Erano gli eredi delle 150 ore e prima ancora delle Scuole Popolari. Non a caso la scuola di Sesto è sempre stata sede delle 150 ore, e oggi ospita i corsi dei Cittadini del Mondo rivolti agli adulti. Non a caso tra gli amici più cari di Franco qui a Sesto ci sono Mirella, Giovanni, Elena, amici di scuola e amici di un impegno che va oltre la scuola secondo un’idea antica e modernissima che la condivisione del sapere e l’aiutare gli altri a ‘comprendere’ il mondo è una delle cose per cui una vita può essere spesa bene.
    E Franco la sua vita l’ha spesa bene, con straordinaria mitezza e dolcezza, come ha ricordato il suo alunno Goffredo. Doti che oggi sono quasi introvabili sulla scena pubblica.
    Grazie anche di questo Franco.

  • Marzia Pacini

    Ho lavorato con il Preside nell’Educazione degli Adulti( 150 ore) e nel sostegno agli alunni disabili. Sempre presente e pronto all’ascolto, stimato anche dagli alunni adulti per la Sua grande cultura, umanità e disponibilità . Per me una guida e un punto di riferimento sempre. Lo ricordo con stima e affetto. Un grande uomo e un grande Preside. Un abbraccio a Silvana, Paolo e Silvia.
    Marzia Pacini

  • Grazia Realini

    Una persona eccezionale che ricordo con molto affetto e stima. Per me è stato il Preside a cui ho sempre fatto riferimento, anche dopo che ho lasciato la S.M. dì Golasecca. Mi tornano alla mente le lunghe chiacchierate che facevamo sulla bellezza della Matematica, i C.di C. da lui presieduti in cui ogni volta crescevo professionalmente, il giorno in cui mi parlò della malattia…Era una persona umile sempre disponibile ed aperta al dialogo.
    Grazie Prof. Bellingeri per tutto ciò che mi ha trasmesso, per avermi insegnato a guardare OLTRE.
    Un affettuoso abbraccio alla moglie Silvana ed ai figli Paolo e Silvia

  • Daniela Grisoni

    “Il Preside” è stato un riferimento fondamentale per chi, come me, ha avuto la fortuna di lavorare con lui, di crescere professionalmente ed umanamente grazie al suo esempio , alla sua grande competenza e alle sue direttive , mai imposte, ma trasmesse con sensibilità ed attenzione. Gli sarò sempre profondamente grata ed affezionata. Un grande abbraccio a Silvana, Paolo e Silvia.

  • Elena Pedretti

    Tanti sono i ricordi di Franco: come insegnante, come preside, come amico, come intellettuale, come riferimento culturale, ma io voglio ricordarlo qui con il titolo di un suo libro VEDERE NON SOLO CON GLI OCCHI, perché Franco sapeva vedere OLTRE: oltre le difficoltà scolastiche dei ragazzi, oltre i limiti umani di ognuno di noi, oltre le ristrettezze del momento contingente, oltre la sofferenza fisica per ricordarci che solo attraverso il rispetto reciproco e la comprensione profonda si realizza la vera umanità. Ciao Franco

  • Davide Gottardello

    L’ho conosciuto come padre di Paolo e Silvia, mi ispirava una forma di timore reverenziale per il suo livello intellettuale, poi con gli anni ho provato tanta tristezza nel vedere la sua malattia avanzare.

  • Anna Baione

    Purtroppo non ho avuto l’ onore di collaborare con Lui poiché l’ ho conosciuto quando era alla soglia del meritato ” riposo” ed io mi affacciavo alla Scuola Secondaria di Primo Grado di Sesto Calende. Ricordo ,però, con vividezza la sua profonda ” humanitas” che ho sperimentato da genitore. Un pensiero speciale alla sua famiglia…..

    • Betta Giordani

      Un grande preside, che ho apprezzato come genitore e indirettamente come docente. Lui c’era, nelle aule, nel cortile, sulla strada, per i suoi alunni e per i suoi docenti.
      Stima, gratitudine e affetto lo accompagnino nel suo nuovo viaggio. Grazie

  • Rita Qualizza

    Sempre tra I suoi ragazzi….
    Sempre tra I suoi prof….
    Attento a tutto e a tutti…..un grande uomo!!!
    Condoglianze alla moglie Silvana, a Paolo e a Silvia.

  • Stefania Bertini

    Ciao Franco, ti ho conosciuto quando incaricato preside supplente sei venuto ad Angera e immediatamente ho riconosciuto in te una guida che indicava un percorso da seguire. Instancabile nel suggerire, con modestia e semplicità, mai arrogante e supponente elargivi la tua grande cultura, spaziavi da un argomento all’altro senza mai perdere il filo del discorso. Sei stato un esempio da seguire nel volare alto e nella ricerca continua e costante del perché delle cose. Buon viaggio, Franco, ci ritroveremo lassù per parlare del più e mai del meno.
    Stefania Bertini

  • Marialda Grechi

    Mi ritengo fortunata di aver conosciuto e compiuto una lunga parte del mio cammino come insegnante con un Maestro quale il Preside Franco Bellingeri. Un forte abbraccio a Silvana, Paolo e Silvia. Vi sono vicina col pensiero.

  • Monica Rastelli

    Ho conosciuto il preside Bellingeri nel 2003, anno in cui ho deciso di insegnare a Sesto Calende per avere come guida un dirigente la cui fama lo precedeva. Non mi sbagliavo, la sua umanità, umiltà e conoscenza sono diventate esempio e mi sono entrate nel cuore.
    Non lo ringrazierò mai abbastanza.
    Monica Rastelli

  • Veneziano

    Un ‘compagno ‘ che mi ha accompagnato per buona parte della mia vita di insegnante alla Bassetti di Sesto. Condoglianze a Silvana a Paolo e alla mia ex alunna Silvia

    • Lucio De Luca

      Ho avuto la fortuna di conoscerlo e il piacere di collaborare con lui dal 1986 al1994 e non ho mai dimenticato l’ umanità, la gentilezza, la disponibilità e la bontà d’ animo che lo distingueva. È stato un grande uomo e il suo ricordo resterà sempre vivo nei nostri cuori.
      Ciao ” Preside”

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