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Dalla piena alla siccità (il pozzo che non c’è)

Domenica 14 giugno. Per l’ennesima volta la Quadra è allagata. Lo stesso giorno la Lenza straripa alla piana, saltano i tombini di via Beltrami e via Manzoni, la strada provinciale sotto al ponte di ferro viene chiusa. Sesto è sott’acqua.

A distanza di un mese, domenica 12 luglio, gli stessi luoghi e in particolare Oneda, Sciuino e Mulini Nord Sempione si sono ritrovati con i rubinetti asciutti. Si è sicuramente trattato di un evento straordinario: un guasto elettrico ha messo KO il bacino di Oneda. Ma il problema dell’approvvigionamento idrico è presente da tempo in queste zone, come rimarcato da diversi cittadini, e va ad ampliare i territori del nostro comune soggetti a disagi e disservizi simili (le Motte, S. Vincenzo, Monastero, etc.).

Molti cittadini di queste zone la sera non hanno infatti l’acqua e la causa non è esclusivamente la siccità, perchè le falde non si sono ancora abbassate. Dimostrazione di ciò sono i vari torrenti e ruscelli che attualmente scorrono copiosi con una portata superiore alla media stagionale.

Vogliamo portare l’attenzione su questa problematica non per stabilire le colpe ma per capire quali sono le cause e quali possano essere le possibili soluzioni. Sicuramente la mancanza di pioggia aumenta la richiesta di acqua potabile, ma non è il primo anno in cui si manifesta questa situazione.

La grande differenza rispetto al passato è che una volta l’acqua veniva considerata un bene primario e strategico, il Comune ci investiva, le portate degli impianti erano maggiori e la rete era meno obsoleta. Su questi temi ci siamo impegnati in campagna elettorale perché è forte la sensazione che sia la rete idrica che quella fognaria soffrano di una carenza strutturale notevole e che siano decisamente trascurate dall’attuale amministrazione comunale.

Un’ammnistrazione accorta dovrebbe procedere al più presto con una indagine delle infrastrutture, individuare eventuali perdite, verificare i limiti dei sistemi di pompaggio e non ultimo attuare una politica atta al decremento della cementificazione. Riteniamo infatti che le acque meteoriche non debbano essere “trasportate” anche con mezzi meccanici (pompe) verso il fiume ma si debbano adottare sistemi che favoriscano il naturale riciclo di dette acque nel sottosuolo.

Probabilmente a breve tornerà in funzione il pozzo di Sant’Anna, chiuso tempo addietro per problemi legati alla qualità dell’acqua. Purtroppo tale pozzo ha una portata limitata e non potrà risolvere da solo la carenza idrica di tutta la rete comunale.

Vista questa situazione ai limiti dell’emergenza, ci chiediamo che fine abbia fatto il pozzo della ex vetreria e come mai l’amministrazione non abbia indicato per tempo ad Esselunga il luogo in cui costruire il nuovo pozzo per acqua potabile previsto dalla convenzione firmata diversi anni fa. Purtroppo in mancanza di piani ed investimenti certi su acquedotto e fognatura ci dovremo abituare ad un periodo di costrizioni: riduzione e/o razionamento della fornitura idrica, disagi alle abitazioni ed alla viabilità in occasione di forti precipitazioni, mancata realizzazione di opere fognarie promesse (vedi fogna Cocquo), etc.

Ci piacciono gli arredi del Sempione e la grande Marna, ma non devono essere realizzati a discapito dei veri beni primari della nostra comunità, acqua in primis.

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