Ambiente e Territorio,  Home

Intervista ad Andrea Iozzi sul mondo dell’apicoltura a Sesto Calende e dintorni

Apicoltura e ambiente: cosa chiede l’apicoltura all’ambiente e cosa gli rende?

L’apicoltura all’ambiente chiede ovviamente condizioni ideali in termini di disponibilità di fioriture nettarifere e di poco inquinamento, visto che l’ape è un insetto molto sensibile. Questo non obbliga ad avere un territorio dove non sono utilizzati i pesticidi in agricoltura, ma questi devono però essere usati solo quando non ci sono fioriture in corso. Le api sono poi molto sensibili alle alte frequenze delle antenne di telefonia mobile, mentre non risultano sensibili ai campi magnetici a bassa frequenza, come quelli creati dalle linee dell’alta tensione. In passato, a causa dell’uso di un seme “conciato” nella coltivazione del mais, abbiamo avuto frequenti casi di avvelenamenti delle api che non riuscivano più a tornare all’alveare, poiché il loro sistema nervoso era stato alterato. Quello che le api rendono all’ambiente è semplice, ma di vitale importanza: le api sono infatti i più importanti insetti impollinatori, quindi tutta la frutta che mangiamo esiste grazie a loro. Un aspetto molto importante per l’apicultura è poi legato alle condizioni climatiche, perché la vita delle api, e quindi anche la loro potenzialità di raccolta, sono strettamente legate alla regolarità del clima. Ad esempio inverni caldi, primavere asciutte e estati fredde penalizzano fortemente lo sviluppo delle famiglie di api e quindi anche il conseguente raccolto di miele.

Raccontaci brevemente la tua storia come apicoltore: cosa ti ha spinto a cambiare attività lavorativa, diventando praticamente subito un professionista?

Come hobbista ho iniziato nel 2006 e nel 2010 come professionista; ovviamente tra l’avere un hobby e fare il professionista dell’apicoltura c’è una enorme differenza, c’è un abisso. Tra il gestire 10 arnie e gestirne anche solo 100 cambiano totalmente l’approccio e l’impegno. Non sono diventato subito professionista ma, prima di diventarlo, ho avuto la fortuna di lavorare con dei professionisti che già operavano nella nostra zona, dai quali ho imparato moltissimo, tra cui le varie tecniche di allevamento e molto altro, che mi hanno permesso di massimizzare la produzione mantenendo un’ottima qualità, salvaguardando anche il ritmo ottimale di produzione. E poi c’è da imparare ad operare e produrre tutti i vari derivati tipici dell’alveare, pappa reale, polline, ad esempio. Ci vuole ovviamente molto tempo per imparare le varie tecniche, ma io amo il mio lavoro, sono un appassionato e quindi non mi costa particolare fatica rimanere costantemente aggiornato, leggendo molto e partecipando a vari corsi tematici.

A che tipo di controlli siete sottoposti?

Ogni anno l’ASL controlla la bontà del prodotto compiendo delle analisi specifiche mirate a particolari scopi. Ad esempio, in base alla mia esperienza è importante controllare con attenzione la pappa reale in quanto il 94/95 % della pappa reale presente è di produzione cinese e quindi è necessario assicurarsi che durante il trasporto sia stata conservata nelle condizioni di temperatura giuste (come sapete la pappa reale va tenuta al fresco). Un altro ambito da controllare sono le condizioni igienico sanitarie in quanto in Italia abbiamo degli standard molto alti che invece non sempre sono previsti per le produzioni estere. Più in generale se la pappa reale è vendita a meno di 10€ a boccetta, fatevi qualche domanda sulla zona di produzione della stessa. Quindi assicuratevi che si tratti di pappa reale italiana!

Al momento quanti apiari e arnie gestisci?

Attualmente gestisco circa 300 arnie che mandiamo in produzione, oltre a vari nuclei di “famiglie nuove” che vengono utilizzate per creare le Regine e le Api da vendere per la creazione di nuovi alveari.

Pratichi il nomadismo in qualche zona particolare?

Io gestisco circa 300 alveari, abbiamo 8 postazioni diverse tra Piemonte e Lombardia, una al San Carlone di Arona e 1 a Varallo Pombia ma la maggior parte a Sesto Calende, finita la fioritura portiamo le Arnie nelle valli ossolane, Vigezzo, Formazza e Alpe Devero.

In queste Valli andiamo a produrre 6 tipi di miele diverso: Acacia (ovvero Robinia), Castagno, Tiglio, Melata, Millefiori e Rododendro (a volte anche Ciliegio).

Altra meta è nell’Oltrepò Pavese dove andiamo a fare un po’ di Millefiori ed erba medica e la Melata che è un tipo di miele ricavato dalla resina delle piante e dalla linfa delle foglie, particolarmente indicato per gli anemici in quanto ricco di ferro.

Può capitare che uno sciame abbandoni l’arnia?

Sì, può capitare e quando gli sciami fuoriescono dagli alveari rimangono in un raggio operativo di 20-30 m dall’alveare, se non vengono recuperati entro un paio di giorni si spostano nuovamente percorrendo anche km rendendo il recupero praticamente impossibile, in questa fase gli sciami non sono pericolosi in quanto le api in questa fase si preoccupano solo di trasportare il miele verso il nuovo alveare.

Consiglieresti l’apicoltura come attività lavorativa ad un giovane?

Abbiamo avuto alcune annate difficili, ma nonostante questo se c’è voglia, passione e sacrificio io consiglierei a un giovane di iniziare questa attività. Darei il consiglio di non bruciare le tappe: iniziare la cosa quasi come un gioco, con poche arnie e seguendo corsi con le associazioni o facendosi consigliare da altri professionisti. Solo dopo qualche anno, se le cose continuano ad essere interessanti, provare a farne la propria attività lavorativa. Esistono anche vari tipi di sovvenzioni per chi vuole avviare un’attività di questo tipo, ma non è sempre facile accedervi. Alcuni spazi, come la sala di smielatura, possono essere messi a disposizione dall’associazione apicoltori.

Quali sono secondo te le doti fondamentali da avere per sostenere un impegno del genere?

Direi che la prima cosa è la passione: è un lavoro che richiede tanta pazienza, che condiziona molto la disponibilità di tempo libero, e che mal si presta come soluzione lavorativa di ripiego. Non bisogna farsi scoraggiare dalle annate negative. 
Se si vuole essere professionisti si deve fare “nomadismo”, e questo implica trascorrere tre o quattro settimane viaggiando di notte, lavorando anche dodici ore al giorno. Questo perché d’estate le api rientrano nell’arnia solo con l’ultima luce, e così è possibile chiudere le arnie solo con il buio, trasportandole di notte.
Però dà grandissime soddisfazioni: vedere le proprie api alzarsi in volo al mattino è impagabile, così come il rapporto diretto con il consumatore finale tramite fiere e mercatini.

Che capitale minimo può servire per iniziare l’attività come professionista? Fiscalmente come si viene inquadrati?

Si diventa imprenditore agricolo professionista (inquadramento come coltivatore diretto) quando si hanno 900 ore lavorative annue; una cassetta corrisponde a circa 8,15 ore annue, quindi sono necessarie 110 cassette per essere considerato professionista. Un nucleo di api singolo con arnia ha un costo di circa 200 euro, per cui solo per le arnie piene di api serve un capitale di circa 20 mila euro. Poi, o ci si appoggia all’Associazione apicoltori per lo smielatore (dove vanno inseriti i telai delle cassette) oppure l’investimento aumenta decisamente se si acquistano tutte le attrezzature necessarie. Io in questi anni ho sempre investito su materiali miei.

Avendo a disposizione un terreno, che tipo di permessi servono per installare un apiario?

Oltre ai terreni di mia proprietà, che utilizzo da sempre, ho dei comodati d’uso gratuiti… a Natale poi faccio dei cesti da regalare ai proprietari. Per installare un apiario serve un codice apiario rilasciato da ASL, che viene ottenuto dopo aver comunicato la locazione e il numero di alveari da posizionare.

Gruppo Ambiente Insieme per Sesto

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Scorrendo questa pagina o continuando a navigare su questo sito accetti di usare i cookies. Maggiori informazioni

Questo sito web fa uso di cookie per finalità strettamente connesse al funzionamento del sito stesso. Continuando a navigare su questo sito web o cliccando "Accetta", acconsenti ad utilizzare i cookie.

Chiudi