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25 NOVEMBRE – GIORNATA CONTRO LA VIOLENZA VERSO LE DONNE. UNA DATA DA CELEBRARE?

Oggi, 25 Novembre, nel mondo si celebra, con la solita retorica delle giornate dedicate a…. quella contro la violenza verso le donne.

Una giornata che coinvolgerà chi è già sensibile al problema, ma non chi da questa giornata dovrebbe imparare qualcosa per essere migliore nei 364 giorni che seguono.

La violenza verso le donne, punta dell’iceberg di una violenza diffusa in tutti i gangli di una società votata all’individualismo e alla concorrenza spietata che cancella i valori a favore della distruzione dell’altro per avere successo e potere, non è un problema che si risolve con una giornata di celebrazione, una panchina rossa o degli spettacoli teatrali. È un problema che affonda le radici in una società patriarcale che inculca nei maschi convinzioni di supremazia di genere, che ignora le segnalazioni delle donne, spesso sottovalutate dalle stesse forze dell’ordine (per la maggioranza uomini), che lascia impuniti gli aggressori, che conta ogni giorno una nuova vittima. 

Ad oggi, solo nel nostro Paese, il numero di donne uccise è arrivato a quota 106 e temiamo che questa mattanza non sia ancora finita. Ma violenza non è solo l’omicidio. Lo sono anche la minaccia, il corteggiamento molesto, la svalutazione delle capacità e dei talenti della donna, la violazione di domicilio, il ricatto economico, l’impedimento alla donna di svolgere un mestiere fuori casa, lo stupro perpetrato dal coniuge, la gelosia e il senso di possesso che l’uomo pensa di poter esercitare verso una donna, solo per fare alcuni esempi. 

È un problema che richiede una rivoluzione culturale che metta al centro il rispetto della persona. Rispetto per la dignità, l’autonomia, la libertà delle donne. Rispetto che si traduce in no-catcalling, no mani addosso, no gelosia, no possesso. Rispetto che si impara fin da bambini, in primo luogo in famiglia e poi nelle scuole, nei media, nelle istituzioni. Rispetto che si esige anche con la forza della legge. Ma soprattutto che si difende con la solidarietà, con la rete, con la sorellanza. Perché la violenza verso le donne non è un problema delle donne, ma di tutta la società.

Le politiche di contrasto alla violenza di genere basate esclusivamente sull’aggravamento delle pene, senza adeguati strumenti di supporto alle donne vittime di maltrattamenti e violenze, dimostrano l’ennesima ipocrita sottovalutazione del problema, intrisa ancora una volta da un’idea, essa stessa discriminatoria, che la donna vada protetta con la forza.

Non vogliamo vuoti atti di costrizione e promesse di cambiamento. Vogliamo che alle parole seguano atti. Fino a quando non sarà così, le celebrazioni saranno solo un lavarsi la coscienza per un giorno.

 Sesto Calende, novembre 2023

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