Il racconto di Rosella
In questo periodo di pandemia c’è qualcuno che non si è mai fermato, che non ha potuto #restare a casa e grazie al suo lavoro ha garantito il funzionamento di un settore vitale per tutti noi: quello della produzione e della distribuzione alimentare. Abbiamo chiesto a un’operatrice di questo settore di raccontarci la sua esperienza:
Sono Maria Rosella Grisoni e lavoro nel reparto salumeria di un Ipermercato. Anch’io come tanti altri miei colleghi della grande distribuzione faccio parte della prima linea emergenza Covid.
Nella prima fase i clienti sembravano impazziti. Gli scaffali della pasta, farina, lievito di birra, lievito per dolci erano stati completamente svuotati. Ricordo che nel reparto macelleria regnava abbandonata una sola confezione di hamburger.
Sanificanti, alcool, candeggina e ogni genere di prodotto che potesse distruggere questo maledetto virus era stato acquistato.
La carta igienica era ormai inesistente!
– Si prega la gentile clientela di mantenere la calma, gli scaffali vengono riforniti ogni giorno con regolarità–gridava al microfono oramai sgolata, la signora della cassa centrale.
Parole al vento! La gente parlava molto poco e ascoltava ancora meno.
Purtroppo, come già si poteva immaginare, anche i furti sono aumentati. Ma non hanno sottratto la solita boccetta di profumo o la saponetta costosa! Questa volta hanno preso solo la roba da mangiare…
Qualche mia collega non ha retto allo stress e si è assentata dal lavoro. Posso capire! Già è difficile gestire la famiglia nella normalità, figurati in questo momento così caotico.
Guanti e mascherine erano introvabili tanto che alcuni clienti disperati chiedevano:
– Signora, non è che può darmi una delle sue mascherine?-
– No, accipicchia! Mi dispiace, me ne hanno date solo due!–
È vero, la mia azienda all’inizio della pandemia ha dato in dotazione ai dipendenti due sole mascherine lavabili.
E sì…la paura genera l’egoismo, e così anche la solidarietà perde il suo valore!
Forse la televisione e i media hanno esagerato con le brutte e confuse notizie. Hanno terrorizzato tutti!
Solo gli anziani, considerati i più ad alto rischio, in realtà sono quelli che ci hanno creduto di meno.
Adesso, nella fase 2, i clienti sono meno tesi, hanno ricominciato a parlare del più e del meno, indossano tutti la mascherina e i guanti, mantengono le distanze e hanno accettato con responsabilità la misurazione delle febbre all’interno del punto vendita.
La nostra azienda, come tante altre, ha seguito tutte le disposizioni per tutelarci completamente. Barriere in plexiglas, distanziatori, guanti, mascherine … abbiamo tutto, un premio e anche un assicurazione.
Ma soprattutto come tanti altri operatori abbiamo la visiera protettiva e su quest’ultima concludo con un mio pensiero strettamente personale.
Dietro a quella visiera immagino che ci sia un apicoltore coraggioso, che dona protezione e accoglienza a chi si sente smarrito. In cambio avrà della GRATITUDINE dolce come il miele.
Dietro a un’altra visiera invece, vedo un saldatore, che con forza e chiarezza ricongiungerà tutti i ponti che ci hanno diviso, perché è solo UNITI VERSO IL BENE che possiamo sconfiggere qualsiasi male.
Nell’ultima visiera ecco un giardiniere che con pazienza, riconoscenza, SERIETÀ e grande RESPONSABILITÀ si prende cura della Nostra Madre Terra.
Allora sì che andrà tutto bene!
Non si possono fare proposte civili e concrete se non si da ascolto a chi, in questo perdurante stato di emergenza, vive dall’interno situazioni di disagio conclamato: siano essi medici, infermieri, insegnanti, operai, imprenditori, commercianti.
Diamo quindi voce, tramite intervista, al racconto dei cittadini sestesi che vorranno condividere con noi problemi, speranze, possibili soluzioni alle criticità quotidiane.