Cultura,  Memoria e identità

Il mercato di Sesto nella storia

Siamo consapevoli che tentare di definire il concetto di identità è quanto mai problematico. Tuttavia in riferimento a quanto riportato nell’immagine del logo siamo aperti a qualsiasi suggerimento e contributo: anche se i diversi approcci sembreranno contraddirsi, di fatto potranno aprire alla complessità, mettendo in luce aspetti diversi della questione, inducendo l’osservatore alla consapevolezza dell’inevitabile parzialità del suo sguardo.

Prima tappa di questo percorso è il contributo di Elena sul mercato sestese.

Cartolina di Mario Varalli

La posizione geografica di Sesto ha da sempre favorito il commercio. 

Senza citare gli scambi commerciali  testimoniati dai reperti golasecchiani e poi romani del nostro museo, possiamo affermare con certezza l’esistenza di un importante mercato a Sesto nel Medioevo, tant’è vero che in un atto datato 892 la nostra cittadina era denominata Sextum Mercatum.

 Il nome Sesto Calende (Sexto Kalendas o Sextum Kalendarum) compare solo in documenti successivi, del secolo XIII ed è quindi improbabile che indicasse il giorno del mercato riferendosi  alle Calende latine, in quanto nell’uso comune  non si usava più la datazione romana. 

Per secoli  il mercato di Sesto continuò ad essere importante e frequentato.

A.G. Spinelli  Ricerche spettanti a Sesto Calende (Civelli Milano 1880, ristampato a cura del Comune di Sesto Calende. 2008)

Abbiamo un documento ufficiale nel Dispaccio Reale di Giuseppe II d’Asburgo, del 1786 che ne fissa l’appuntamento settimanale nel giorno di mercoledi, permettendovi  la contrattazione di grani e di bestiame. Nell’avviso si precisa anche che  erano a disposizione dei commercianti oltre la Piazza grande in mezzo a Sesto, anche luoghi per il ricovero dI generi e mercanzie e stalle private per il bestiame.

Nel corso della storia, pur cambiando i governi, il mercato di Sesto continuava….

Negli anni della Repubblica Cisalpina (1798) i deputati sestesi chiedevano al Gran Consiglio di riconoscere Sesto come capoluogo di distretto adducendo, fra le altre motivazioni, il fatto che Sesto è un centro “ove i popoli d’intorno vogliono convenire a Sesto per i loro traffici… massime nei giorni del ben avviato mercato”.

Nel 1803 Melchiorre Gioia, elencando i mercati che fanno concorrenza a Milano, cita quello  di Sesto e precisa i generi che vi si smerciano “panini, telerie, cotoni, riso, melgone e legumi, buttero, formaggi, pollaria e altri commestibili, vitelli, ferri per l’agricoltura, scarpe, cuoio, cappelli”.

La varietà e l’abbondanza di prodotti smerciati è confermata nel manuale “L’amico di tutti” (stampato a Novara nel 1843) in cui tra i principali mercati del Novarese e Milanese si dà  rilievo al mercato di Sesto Calende, aggiungendo ai prodotti elencati dal Gioia ”fazzoletti, candele, sapone, corame…”.

Nel 1850 abbiamo la testimonianza dello scrittore francese Théophile Gautier che nel suo viaggio in Italia passa per Sesto e ne trae un’impressione favorevole perché “era giorno di mercato, circostanza favorevole per un viaggiatore perché un mercato fa venire dal fondo delle campagne una folla di contadini caratteristici…” .

Nel 1865 (siamo ormai nel Regno d’Italia unita) il Consiglio Comunale di Sesto, consapevole dell’importanza di una corretta organizzazione del mercato, approva un regolamento di Polizia Urbana e Rurale che definisce la localizzazione del mercato nelle seguenti piazze: 

  • piazza delle Fiere (oggi zona Posta e piazza Aldo Moro ), piazza Garibaldi, piazza Guarana.

Il resto è storia recente.. e ora tocca a noi continuarla!

Fonti: 

SPINELLI A.G. Ricerche spettanti a Sesto Calende (Civelli Milano 1880, ristampato a cura del Comune di Sesto Calende. 2008) 

TAMBORINI  C. Ipotesi sul nome di Sesto Calende (ed. Ferrario1961)

GIOIA MELCHIORRE Opere minori vol. XIV Discussione economica sul dipartimento dell’Olona 1835

GIULINI G. Memorie spettanti alla storia, al governo e alla descrizione della città e della campagna di Milano ne’ secoli bassi (Colombo libraio 1854)

L’AMICO DI TUTTI  (stabilimento tipografico Artaria,  Novara 1843)

GAUTIER THEOPHILE  Voyage en Italie (1850)

ASS. PRO SESTO CALENDE  Sesto Calende:Cenni storici- immagini di un tempo (2004)

ASS: SESTO CALENDE  Sesto Calende: memorie storiche per immagini (2011)

MEAZZA C., TAMBORINI M. Sesto Calende per immagini (Comune di Sesto Calende 2009)

3 commenti

  • Maria Rosella Grisoni

    Io non sono ancora andata al mercato “nuovo” perciò non posso esprimere il mio giudizio sull’insolita collocazione. Però sono cresciuta in Piazza Federico Berera, la piazzetta.
    Sento ancora il profumo dell’immancabile merluzzo del Mercoledì. Nelle mie orecchie risuona ancora il vociare degli ortolani e la musica a manetta del banchetto dei dischi posto di fronte al ” bar 900″.
    Il tempo è passato e le cose sono cambiate. Le tradizioni forti però non possono mutare. Dobbiamo essere riconoscenti agli ambulanti che tutti i giorni si alzano all’alba per allestire un banco che potrebbe essere spazzato via dalla furia di un nubifragio… purtroppo i miei occhi hanno visto anche quello.
    Ma a differenza dell’acqua, noi possiamo fermarci e trovare la soluzione più ovvia. Basta metterci nei panni di tutti i commercianti passati e futuri. E quando Mercoledì prossima usciremo di casa in cerca del mercato, sicuramente lo troveremo al SUO posto.
    Maria Rosella Grisoni

    • Giancarlo Moroni

      Per me, come Sestese nato a Sesto, e da quando andavo a scuola, prima dove ora c’è la biblioteca e poi sopra dove c’è la sala Varalli, ed al mercoledi vedevamo il mercato, vorrei che rimanga dove è sempre stato. Questo lo vorrei perché in centro, è sempre stato un punto di ritrovo per tanta gente che al mercoledi fa compere, entra nei bar e quindi fa lavorare tante persone. Non credo che spostando il mercato dove è ora possa durare per tanto tempo e fare una utilità per tanti cittadini che farebbe come in centro.

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