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CHAGALL E MISSONI, UN’OCCASIONE SPRECATA

 

 

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Da tempo le mostre d’arte anche nelle grandi città hanno perso d’interesse a causa degli elevati costi sempre più spesso vengono quindi proposti eventi con opere più che secondarie. A maggior ragione quando la dimensione è locale come nel caso della mostra di Chagall e Missoni a Sesto Calende.

Sicuramente per i Sestesi poter vedere anche solo delle litografie del grande artista è comunque un arricchimento e per questo non possiamo che essere felici di questa proposta culturale e dell’ottimo allestimento, ma la vera ricchezza di simili manifestazioni sta nel coinvolgimento del paese intero, penso alle scuole, all’Unitre, ai commercianti, ai gruppi che a Sesto si occupano di promozione culturale ed artistica come ad esempio la Cesare da Sesto insomma una visione che promuova il nostro territorio e non solo una bella vetrina.

Sicuramente tutti i cittadini sestesi si saranno accorti della nuova iniziativa culturale promossa dall’assessorato alla Cultura del Comune di Sesto Calende, gli striscioni pubblicitari tappezzano il Municipio, l’asse del Sempione e il povero Vecchio forno che, in attesa di diventare un centro commerciale ben si presta a promuovere la mostra di Marc Chagal e Ottavio Missoni.

In questi primi giorni e anche prima della inaugurazione, l’eco delle ripercussioni di questo evento si sono fatte sentire. In primo luogo la scelta di modificare la viabilità del centro storico è stata fortemente criticata da cittadini e operatori economici.

I visitatori del primo fine settimana hanno trovato un allestimento ancora da terminare (risulta inoltre che la mostra sia stata aperta in ritardo rispetto a quanto programmato), visto l’eco dell’evento alimentato dalla ridondante pubblicità, il pubblico si sarebbe aspettato una accoglienza differente ed infatti sono arrivate le prime lamentele, alcuni visitatori dopo aver avuto qualche difficoltà a raggiungere l’ingresso della mostra al primo piano,  per le scarse indicazioni, hanno trovato personale senza adeguati strumenti per guidare i visitatori a partire dall’assenza in mostra del catalogo (non si può certo aprire un evento di questa importanza senza avere pronti i cataloghi dopo mesi di preparazione) ed indicazioni chiari sul costo del biglietto.

Se da un lato l’allestimento della mostra nel museo archeologico poteva risultare un’interessante sfida, dall’altro spiace constatare come per almeno due mesi la collezione esistente, recentemente  ri allestita, sia in parte occultata e difficilmente fruibile, a tal proposito ci si chiede come la soprintendenza abbia potuto approvare un’operazione del genere che, nonostante l’enfasi dell’eco mediatico, appare a molti abbastanza deludente in quanto risulta essere più un’operazione mediatica che culturale per la presenza di sole litografie di Chagal e di alcuni arazzi di Missoni.

Ci poniamo quindi diverse domande ed esprimiamo alcune perplessità.

In primo luogo, pensando a questa mostra e a quella estiva dedicata alle “glorie del calcio” riteniamo che Sesto non abbia bisogno di eventi estemporanei  e probabilmente costosi calati dall’alto, confezionati da persone che nulla hanno a che fare con il tessuto sociale e culturale del paese.

Riteniamo che non sia corretto e utile alla cittadinanza impedire e cancellare eventi culturali già programmati in altri spazi del palazzo Comunale fino al termine dell’evento in corso.

In particolare abbiamo appreso dalla Commissione Cesare da Sesto che su”richiesta”dell’assessorato alla cultura ha dovuto sospendere le proprie attività già in calendario, con non poche difficoltà nel dover improvvisamente revocare gli impegni presi con l’artista da tempo coinvolto in quella che avrebbe dovuto essere la mostra di novembre.

E’ interessante vedere come sulla facciata del vecchio forno troneggi la gigantografia del manifesto della mostra su Chagall e Missoni, forse perché questa visione spalanca una riflessione su ciò che quel luogo carico di significati avrebbe potuto essere e non sarà mai, grazie alle scelte dell’attuale amministrazione comunale. Avrebbe potuto diventare un centro dedicato alla cultura, aperto ai cittadini di tutte le età anziché alle logiche cristallizzate del mercato. Immaginiamo in questo contesto cosa avrebbe potuto essere la mostra di Chagall con qualche opera in più reperibile da collezioni privata e un’organizzazione dedita al coinvolgimento della comunità in uno spazio che avrebbe potuto accogliere finalmente l’intera collezione Cesare da Sesto e spazi dedicati a laboratori per le nostra scuole e tutta la cittadinanza.  L’ennesima occasione perduta.

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