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Buon 1 maggio glocal

Riceviamo e pubblichiamo da Vilmo Modoni

Sulla recinzione del cantiere per il recupero dell’ex Q8 si legge: “Making Sesto Calende better”. A tutti fa piacere un ambiente urbano bello e armonico. E di certo l’area dell’ex distributore Q8 è stata a lungo un pugno negli occhi a chi passava di lì, tanto che è iniziata a circolare la definizione di ecomostro. Ben venga dunque l’intervento di recupero: è anche questo un modo per rendere Sesto Calende “better”, migliore. 

Intanto però un amico mi gira la notizia di un progetto che fanno a Verbania, cittadina a poche decine di chilometri da noi. Dice il comunicato: “Il Comune di Verbania ha creato nel 2020 il progetto di tirocini di lavoro “Verbania Solidale”, che rappresentano un concreto strumento di aiuto per tutti i cittadini che hanno perso il lavoro a causa della Pandemia Covid-19.  Il progetto è sostenuto dal Comune di Verbania con finanziamenti propri e con il contributo del Fondo straordinario per emergenza Covid del Consorzio dei Servizi Sociali del Verbano. Con i fondi a bilancio 2020 sette persone sono già state impiegate e altre undici selezionate per i tirocini che partiranno a breve, con circa 10 imprese coinvolte come soggetto attuatore degli inserimenti lavorativi. Un progetto che prosegue anche nel 2021, con un nuovo bando, che prevede sempre tirocini di tre mesi (con possibilità di proroga), legati a lavori di pubblica utilità”.

Chi vuole aderire all’iniziativa, un aiuto concreto a chi non ha lavoro, deve risiedere a Verbania ed essere iscritto al Centro per l’Impiego. E allora volgo lo sguardo dall’altro lato della strada, di fronte all’ex Q8, e vedo la sede del Centro per l’Impiego di Sesto sbarrata e abbandonata alle erbacce. Da settembre 2015 il Centro per l’Impiego sestese è chiuso, in attesa – promise la Giunta – di una nuova sede più adeguata. Ma dopo quasi sei anni neppure l’ombra di un nuovo spazio per ospitare un servizio pubblico fondamentale. Nessun aiuto concreto a chi vive con difficoltà l’emergenza lavorativa causata dal Covid-19. Nessuna idea di solidarietà. Nessun progetto di sviluppo che vada oltre il mattone (nuova Marna docet).

Rendere Sesto Calende migliore non passa solo dalle iniziative immobiliari. Mi piacerebbe vivere in un luogo che aiuta chi rimane indietro, chi ha difficoltà a inserirsi nel complesso mercato del lavoro dei giorni nostri. Quando una persona si sente sola sperimenta l’inferno. Quando invece avverte di non essere abbandonata, in primis dalle istituzioni, allora gli è possibile affrontare inconvenienti e ostacoli. Ecco perché, per rendere Sesto migliore, non basta ristrutturare un obbrobrio edilizio. Ci vuole più cura e attenzione per chi ha bisogno di un sostegno concreto.

Vilmo Modoni

La riflessione di Vilmo ci ricorda che il 1 maggio è la festa dei lavoratori, del lavoro e delle politiche per il lavoro.

Noi vogliamo celebrarlo con una ”licenza musicale” che,  a onor del vero, raramente ci contraddistingue ma che denota il carattere internazionale della giornata.

Lo facciamo proponendo due brani che ricordano due lavori assolutamente impossibili in modalità “smart”: la raccolta delle foglie di tabacco da parte delle “tabacchine” in Campania (Fimmine Fimmine) e la raccolta del cotone da parte degli schiavi afroamericani in Louisiana (Cotton Field Blues).

Il primo brano è eseguito in occasione della festa della Taranta (assembramento del pubblico in modalità pre Covid), il secondo è interpretato da svariati musicisti in ogni angolo del mondo: un bel modo per sentirsi affratellati dalla musica e per celebrare una giornata che affratella tutti i lavoratori.

Come immagine abbiamo scelto un affresco murale di Diego Rivera, marito di Frida Kalho; il lavoro fu commissionato al pittore comunista dal direttore del Detroit Institute of Arts ma finanziato dal figlio di Henry Ford nel 1932 ed eseguito a Detroit.

Buona festa dei lavoratori

2 commenti

  • Elena Zeni

    Ricordo tempo fa che era il sudore nel costruire la propria casa l’unica cosa di cui si era fieri. Senza proclami personali . Sesto Calende è diventata bella con il sudore dei nostri padri e poi anche di quelle persone come noi che ne hanno capito l’importanza nell’onestà . La linea sottile che il mossiere traccia prospettandola a bene pubblico, ma che è alla fine solo privata è veramente intollerabile. L’umiltà, sempre più sconosciuta .

  • Anonimo

    bellissima “riflessione “.. complimenti a chi ha avuto coraggio di uscire dallo schema di un economia lineare per approdare ad un’ecomia circolare, dove istituzioni, paese e cittadini si affiancano per il bene di tutti. tristezza per Sesto Calende, dove anche in centro, si nota il degrado.. Non un aiuola nuova, i marciapiedi sbriciolati, i contenitori per rifiuti marci, le ringhiere arrugginite… ed è un paese ad alta frequenza turistica.. perché non utilizzare anche qui progetti con cittadini che hanno perso il lavoro??

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