#raccontaloaInsiemeperSesto

Intervista all’imprenditore Gianni Carletto

Non si possono fare proposte civili e concrete se non si da ascolto a chi, in questo perdurante stato di emergenza,  vive dall’interno situazioni di disagio conclamato: siano essi medici, infermieri, insegnanti, operai, imprenditori, commercianti.         

Diamo quindi voce, tramite intervista, al racconto dei cittadini sestesi che vorranno condividere con noi problemi, speranze, possibili soluzioni alle criticità quotidiane.

Giovanni Carletto, con il fratello Fausto, è rappresentante della famiglia che deteneva la proprietà del Maglificio Lisanzese.

L’azienda, nata nel 1920, ha avuto un forte sviluppo dopo la fine della II guerra mondiale, sviluppo reso possibile dall’avere investito nelle migliori  materie prime, innovando il prodotto e puntando su creazioni di alta qualità. Questo ha consentito al Lisanzese di “sfruttare” al meglio il proprio brand, ritagliandosi ampi spazi di mercato sia in Italia che all’estero.

“Sono ancora consigliere del consorzio ILE, Italian Lingerie Export, che raggruppa 22 marchi della lingerie Made in Italy di alto livello, – racconta Carletto– tutte le aziende del settore stanno subendo una crisi senza precedenti: in pratica con i negozi chiusi dai primi giorni di marzo, sia in Italia che all’estero, all’ inizio della pandemia in Asia, successivamente in Europa e negli USA, si è verificata la paralisi di tutto il comparto. Nello specifico, venendo al Maglificio Lisanzese, la situazione oggi è questa: la gran parte dei dipendenti, 50 persone, si trova oggi in cassa integrazione  ma – spiega l’imprenditore– l’azienda deve anticipare  i soldi per paghe e stipendi, che solo in un secondo momento verranno versati dall‘Inps. Per quanto riguarda i finanziamenti, si attende che si faccia un po’ di chiarezza sugli strumenti che sono allo studio del Governo; è evidente che non basteranno finanziamenti, anche a lunga scadenza, ma sarà necessario che in qualche forma siano erogati fondi a fondo perduto, considerato il trauma supportato dal mercato, completamente paralizzato anche per quanto riguarda i pagamenti.

Abbiamo sempre fatto in modo che il Maglificio Lisanzese – continua Giovanni Carletto (Gianni per gli amici) – fosse, in qualche modo, definito dal desiderio di restituire qualcosa alla comunità in cui ha operato per decenni. Molti sono stati i contatti e gli aiuti condivisi con le Associazioni sociali e culturali di Sesto. Questa caratterizzazione del senso civico si è trasferita anche alla nuova proprietà che ha fortemente voluto, a fronte dell’emergenza che stiamo vivendo, riconvertire la produzione, realizzando mascherine protettive che sono distribuite sul territorio nazionale. E’ stata richiesta alla Prefettura di Varese la possibilità di riaprire la fabbrica per consentire una parziale produzione e, previa verifica in situ dei Carabinieri e della Polizia Locale, è stato possibile riprendere l’attività con 15 dipendenti che assemblano mascherine lavabili.  In pratica si tratta di una lavorazione a mano, caratterizzata dal taglio del tessuto, dal cucito e dal confezionamento; sono costituite da due strati, l’esterno è un tessuto idrorepellente: questo consente che le mascherine possano essere lavate con acqua e sapone a 60 gradi e riutilizzabili  per15 volte. Si producono circa 2000 mascherine al giorno che vengono vendute  da un distributore dei prodotti medicali. Oggi se ne sta realizzando una versione per bambini e camici per medici e infermieri, testati da alcune infermiere dell’Ospedale di Angera.

Tutto questo in attesa che si possa riprendere una vita per quanto possibile ”normale”.

Un commento

  • Mario Gardini

    Complimenti! Questo significa veramente essere imprenditori e saper fare impresa, dobbiamo tutti agire affinché le aziende possano proseguire, nonostante le grandi difficoltà, nell’interesse di tutta la comunità. Grazie ancora.

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